Con questo post inizia un breve “corso intensivo a puntate” dedicato alla lingua cinese.
A cura di Laura Ciminelli.
La lingua cinese si serve della più antica forma di scrittura di una lingua vivente. Se in Occidente utilizzassimo ancora gli antichi pittogrammi egizi, potremmo avere un’idea del fenomeno straordinario di una lingua antichissima parlata oggi da oltre un miliardo di persone nella Cina e nel mondo.
Oltre ad essere una forma di comunicazione linguistica, la scrittura cinese affida il suo messaggio non solo alla percezione logica ma anche alla suggestione visiva, è un’arte raffinata e una via di meditazione.
La nascita degli ideogrammi è attribuita al mitico sovrano
Fu Xi. Storicamente le prime testimonianze risalgono alle incisioni su gusci di tartaruga e ossa di bue o altri animali (XIV sec a.C.). Con l’invenzione della tecnica di fusione del bronzo (XI sec a.C.) i caratteri compaiono, fusi o incisi, su oggetti rituali di bronzo. Durante la dinastia Zhou (XI sec-770 a.C.) i testi diventano più lunghi, giungendo fino a 500 caratteri.
All’epoca degli Stati Combattenti (475-221 a.C.) risale l’invenzione dell’inchiostro e dei pennelli e si comincia a scrivere su tavolette di bambù, di legno e sulla seta.
Nel 221 a.C. l’imperatore Qin Shihuang unificò la Cina e diede ordine al primo ministro Li Si di ordinare i caratteri e creare la prima lingua comune, lo stile calligrafico del tempo si chiamò “il piccolo sigillo”.
Le esigenze burocratiche e amministrative richiesero una semplificazione nella scrittura che diede luogo allo “stile amministrativo”, trasformando numerosi pittogrammi in segni ideografici o simbolici e procedendo verso una progressiva astrazione della scrittura.
Nell’epoca Han (I sec.a.C.) fece la sua comparsa lo “stile corsivo” o “stile delle erbe”. Lo stile corsivo è sempre stato tra i preferiti dai calligrafi, dai poeti e dai pittori.
Lo “stile esemplare” fu creato nell’ultimo periodo Han (II sec. a.C.) e perfezionato nei secoli successivi fino all’epoca Tang (618-907); ancora oggi viene insegnato nelle scuole di calligrafia.
All’epoca Han risale anche lo “stile corrente”, meno lineare dell’Esemplare e meno libero dello stile Corsivo, usato frequentemente nella Cina d’oggi.
Arriviamo alla nostra epoca con la grande riforma del 1956, avviata dal governo per semplificare la scrittura e combattere l’analfabetismo.
La riforma abolì 1027 caratteri “doppioni”, ridusse il numero di tratti ad altri 2235 caratteri.
Esempi di scrittura dopo e prima la semplificazione:
……continua
La prossima settimana continueremo questa introduzione alla lingua cinese a cura di Laura Ciminelli con una introduzione al metodo pinyin.
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